Proposte

Il ruolo dello Stato

La condotta dello Stato in questa vicenda è stata ed è a tutt’oggi gravissima.

Il Superbonus 110 è nato come un contratto a tre fra lo Stato, i Committenti, e gli Appaltatori. La sua implementazione ha affrontato diverse sfide e criticità, dovute a diversi fattori. Il ruolo dello Stato e la mancanza di volontà politica nel portare a compimento tutto quanto promesso per legge ha determinato una situazione di crisi senza precedenti per famiglie e imprese che invece hanno deciso di fidarsi del loro Stato, ritrovandosene tradite.

  1. Ritardi nella trasformazione dei crediti in liquidità.
    Uno dei punti cardine del Superbonus 110 è sempre stata la cessione del credito a terzi, ovvero la possibilità di trasformare i crediti fiscali in denaro liquido. Quando questo meccanismo è, a tutti gli effetti, prima rallentato per poi bloccarsi in corso d’opera, le famiglie e le imprese che avevano investito nell’efficienza energetica fidandosi dell’impianto normativo del loro Stato non sono riuscite a incassare i benefici promessi.
  2. Burocrazia e ritardi procedurali.
    Le procedure burocratiche farraginose, il numero di documenti supplementari aggiunti in corso d’opera, le richieste e i tempi lunghissimi delle società di revisione delle banche hanno portato a un blocco dei finanziamenti e dei rimborsi legati al Superbonus e alla cessione del credito. Questo ha causato drammatiche difficoltà finanziarie e urgenti problemi di liquidità per molte imprese, impedendo loro in molti casi di continuare i lavori.
  3. Mancanza di chiarezza normativa.
    Le disposizioni normative sono state contraddistinte da molte ambiguità e da una generale mancanza di chiarezza. Questo ha complicato l’applicazione pratica del Superbonus, generando incertezza e difficoltà nell’accesso non solo alle detrazioni fiscali, ma anche agli strumenti e gli istituti per la cessione del credito.
  4. Ostacolo della cessione del credito a terzi.
    Colonna portante per rendere il Superbonus 110 effettivamente fruibile da tutti i cittadini, la cessione del credito a terzi rappresentava la condizione chiave per ottenere rapidamente liquidità. Le banche, tramite necessario nella maggior parte dei casi di cessione del credito, hanno opposto ostacoli sia applicando procedure molto lunghe e restrittive, sia bloccando attivamente l’acquisto dei crediti fiscali.
  5. Crisi abitativa e finanziaria per le famiglie.
    Molte famiglie che, fidandosi delle leggi del loro Stato, e credendo nell’opportunità di migliorare l’efficienza e ridurre le emissioni delle loro case, si sono così ritrovare in una situazione di crisi abitativa e finanziaria a causa dei cantieri bloccati e della mancanza di liquidità per pagare i lavori in corso.
  6. Crisi finanziaria per le imprese.
    Molte imprese che, fidandosi delle leggi del loro Stato, si sono così ritrovate in una situazione di crisi economica e finanziaria a causa dell’impossibilità di incassare i crediti acquistati dai loro clienti. La possibilità di fallimenti a cascata è molto concreta, con gravi conseguenze sociali, nell’economia reale, e per le casse stesse dello Stato.

Lo Stato ha fin dall’inizio stabilito dei termini procedurali e contrattuali che poi ha più volte cambiato improvvisamente e unilateralmente, in corso d’opera nella fase esecutiva dei lavori. Tutto questo senza che le parti fossero preventivamente informate, e senza la possibilità di una mediazione o di un accordo. Questo comportamento gravissimo, inaudito, e scorretto ha lasciato improvvisamente e incolpevolmente milioni di famiglie, imprese, e professionisti nell’incertezza, nella disperazione, e nella rovina.